domenica 4 maggio 2008

Il magico dopo il moderno

The Dresden FilesStrani segni invero, soprattutto quando si hanno occhi per vederli. Se è vero che i testi televisivi sono il commento e la descrizione del nostro tempo, i cambiamenti che si registrano nella loro lingua sono qualcosa di più dello sghiribizzo degli sceneggiatori. Indicano linee tendenziali e maree immaginali, ben più dei discorsi retorici dei media o della politica. O, se è per questo, dell'economia. Su Fox è partita una nuova serie, The Dresden Files, con un protagonista molto simpatico e con forti echi di quello che può ormai definirsi un classico dell'universo serial, Streghe. Ancora! si potrebbe dire: dopo n stagioni delle sorelle Halliwell ci ritroviamo con un menu appena appena diverso? Personaggi mitici e leggendari, libri con descrizioni perfino troppo puntuali, incantesimi e oggetti di potere... Roba stranota se non fosse che... L'aria è un po' diversa: prima di tutto un po' più hard-boiled, diretta a un pubblico adulto ch non ne può più di bigliettini in rima e pozioni monodose. E poi quella che in Streghe era una comoda via di fuga per episodi un tantino traballanti - l'amicizia con un poliziotto - diventa un tratto fondamentale, una connessione che funziona nei due sensi. E non è il soloUn'immagine di Medium caso. Gli esempi cominciano ad abbondare: abbiamo Missing, dove sogni e parapsicologia la fanno da padroni, tanto da diventare oggetto di un progetto FBI; abbiamo Medium, dove le doti soprannaturali della protagonista vengono normalmente sfruttate dalle forze di polizia. Gli esempi di un'irruzione sempre meno problematica di mezzi e strumenti "da ciarlatani" nella normalità quotidiana si moltiplicano. Il che la dice lunga sulle condizioni del discorso culturale prevalente fino a poco tempo fa. Un ritratto eccellente di questa battaglia di retroguardia viene da un episodio di Numb3rs, serie che pur ispirata a criteri diametralmente opposti finisce per far sembrare la matematica una magia in sé sortendo quindi l'effetto opposto a quello ricercato, almeno immagino: il protagonista, matematico provetto - anche troppo! - si scontra con un medium del quale tenta per tutto l'episodio di dimostrare l'inaffidabilità, con risultati non molto convincenti.
Che dirne? Che, come al solito, pro e contro sono accuratamente mescolati: se da un lato la falla nella pretesa universalizzante della ragione restituisce incanto e mistero a un mondo che si andava irrimediabilmente appiattendo su una deprimente dimensione strumentale, dall'altro questo incanto non viene mai tematizzato in sé o dotato di una dignità autonoma, ma si trova rivestito di nuovo di una patina utilitaria. I "mostri" vengono sopportati - o addirittura accettati - perché fanno comodo, perché arrivano dove i mezzi tradizionali, lisi, non sono più in grado di fare la differenza... E' il segno di uno sdoganamento: temo che si tratti però più di paura e smarrimento che di curiosità scevra da pregiudizi e apertura alla magica complessità del reale.
The System Is Incomplete